Moneta e finanza
Ci sono almeno tre aspetti nella fenomenologia dell’attuale crisi che andrebbero seriamente presi in considerazione per avviare riforme future: l’ideologia fondamentalista del mercato, lo sguardo corto e il nazionalismo della politica economica.
La prima, che appartiene al mondo delle idee, è l’errata tesi secondo cui i sistemi economici in genere, e quelli finanziari in particolare, sarebbero capaci di governarsi da soli e perciò non avrebbero bisogno di regole; quest’idea radicale, che può essere chiamata “fondamentalismo di mercato”, è sostenuta dall’ala estrema di quell’ampio movimento intellettuale che negli ultimi trent’anni ha dominato
sia il pensiero sia la politica economica.
La seconda determinante, che appartiene al campo del costume sociale e degli stati psicologici, è l’eccessivo accorciarsi degli orizzonti
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temporali nella condotta degli affari privati e pubblici; questo atteggiamento, che può essere definito di “veduta corta” mostra che non abbiamo ancora imparato a padroneggiare la rivoluzione che la tecnologia ha apportato alla scala del tempo.
La terza determinante riguarda le istituzioni ed è il divario tra il perimetro dei mercati e quello dei poteri pubblici; l’ampliarsi del divario ha reso questi ultimi
sempre meno efficaci.
(tratto da La veduta corta, febbraio 2009)