La crisi del 2007-2009
La crisi che si sta dipanando sotto i nostri occhi è stata da molti definita come la più sconvolgente da molti decenni. Questa crisi sembra nata dall’interazione di tre elementi indipendenti; il primo, di tipo economico, deriva da un modello di crescita americano che si è parzialmente propagato in Europa, fondato sul consumo e sul debito. Negli Stati Uniti è cessata la formazione di risparmio, sia nel settore privato sia nel settore pubblico: l’economia è cresciuta, trascinata dai consumi, e sostenuta da un accumulo di debito verso l’estero. Le altre due componenti sono di tipo finanziario, La prima è la bolla immobiliare: per un lungo periodo i prezzi delle case e i volumi di indebitamento su di esse sono aumentati oltre i livelli sostenibili e ragionevoli di equilibrio; quando si è invertita la tendenza, la bolla immobiliare si è sgonfiata provocando gravi perdite
alle istituzioni finanziarie e alle famiglie, soprattutto nel mercato statunitense. L’ultima componente è stato il panico dei mercati.
Per uscire dalla crisi dobbiamo cambiare strada. Probabilmente la crescita economica nei Paesi che sono stati alla sua origine sarà più lenta e
questo richiederà un assestamento di tutta l’economia mondiale che non sarà facile e durerà molti anni. La crisi acuta che abbiamo visto in questi ultimi tempi, i crolli in
Borsa e i fallimenti bancari, sono forse già in fase di superamento. La capacità di ripresa dell’economia va, tuttavia, aiutata anche con risposte di tipo istituzionale; c’è un’Europa incompiuta, che è oggetto e non ancora soggetto della storia. Un’Europa alla quale mancano la capacità di decidere e i mezzi per attuare le decisioni prese. Il completamento del progetto di unificazione può contribuire a mitigare gli effetti di questa crisi e a rendere più robuste le strutture finanziarie e istituzionali in vista del futuro.
(tratto da Corriere della Sera, agosto 2009)