Tipo: Articoli Fonte: Corriere della Sera 28 luglio 2002

Se quell’aula fosse stata piena

Libertà d’informazione, peccati di omissione


Con l’ eccezione di pochi malati gravi, tenuti a letto, nelle aule della Camera e del Senato non è assente neanche un eletto del popolo nel momento in cui i presidenti Pera e Casini leggono il messaggio alle Camere del presidente della Repubblica sull’ informazione. Nonostante i loro impegni, sono presenti anche i membri del governo, cui il Parlamento ha accordato la fiducia poco più di un anno fa; dà l’ esempio il presidente del Consiglio, che ha controfirmato il documento.

Deputati e senatori a scoltano in silenzio. Ognuno di essi è cosciente che si tratta di una delle questioni più vitali per il corretto funzionamento di una repubblica: intorno a essa la democrazia stessa si è formata; è all’ origine di rivoluzioni e dittature; ha accompagnato la storia d’ Italia dal Risorgimento al Fascismo, alla Repubblica. Sono presenti tutti i parlamentari che giorni fa avevano votato un generoso aumento del finanziamento pubblico ai partiti: sentono che i cittadini li guardano.

Alla lettura segue un breve dibattito. Nessuno entra nelle complessità tecniche del tema. Ci sarà tempo, per questo. Chi prende la parola lo fa per rispondere alla solennità del messaggio con la solennità di un impegno. L’ impegno di affrontare la questione andandone al fondo, di trascendere il fatto pur sempre contingente degli interessi del presidente del Consiglio, di risalire all’ abuso del potere televisivo che i partiti hanno commesso per decenni, di risolvere l’ ancor più antica commistione tra interessi industriali e proprietà dei giornali.

Nelle tribune per il pubblico, i fortunati che hanno trovato posto faticano a individuare l’ appartenenza di partito dei parlamentari che prendono la parola. Certo, le loro opinioni differiscono; ma in ognuno parla la persona, con la sua cultura e il suo civismo, cosciente che, per la gravità della questione posta dal testo appena ascoltato, su ogni altra considerazione oggi prevale il fatto di essere stato eletto dal popolo per servire l’ interesse generale secondo il proprio buon giudizio.

Le due sedute si sciolgono con la decisione quasi unanime di iscrivere i temi dell’ informazione al primo posto dei lavori assembleari, subito dopo la pausa estiva. Nel frattempo, un ristretto gruppo di parlamentari stimati da tutti i colleghi lavorerà per tradurre lo spirito del messaggio in concrete proposte, indicando vie alternative…

Se questa fosse stata la cronaca della settimana, l’ Italia oggi celebrerebbe un memorabile passaggio della sua storia di giovane e gracile democrazia. Gli adolescenti capirebbero che non vi è solo la bassa politica, che governare è missione nobile. Alcuni recenti disertori delle cabine elettorali deciderebbero di votare la prossima volta. I giornali venderebbero forse qualche copia in più. Gli stranieri che ci criticano direbbero: «Però, questi italiani!».

Invece, ognuno di noi ha provato umiliazione e sconforto per l’ impudico spettacolo di indifferenza cui ha assistito; e chi ha voluto leggere per intero il messaggio presidenziale ha faticato a trovarne sui giornali il testo integrale. Le Camere vuote sono immagine del peccato di omissione. Non è un peccato da poco, ed è più diffuso dove regnano ricchezza e libertà, quindi ampia scelta. Il peccato di omissione è il peccato della libertà accidiosa, consiste nel non fare la cosa più importante in quel momento, nel volgere l’ attenzione altrove. È il peccato attraverso cui s’ insinuano corruzione, decadenza, perdita di libertà, talora tirannia.

Per un deputato o un senatore che cosa c’ era di più importante, in quel giorno, che essere presente alla lettura? Se ciascun assente dovesse rendere pubbliche le attività svolte in quel momento, se gli elettori del collegio in cui è stato eletto (o i familiari a tavola) gli chiedessero di spiegare che cos’ aveva di più importante da fare che occuparsi della libertà dell’ informazione, che cosa risponderebbe?

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Data
28 luglio 2002
Tipo
Articoli
Fonte
Corriere della Sera