Tipo: Articoli Fonte: Corriere della Sera 1 agosto 2005

Rimpiango il maestro e la sua arte

La scomparsa improvvisa Wim Duisemberg priva il mondo delle banche centrali di una figura eminente e me di un maestro e di un amico.

La scomparsa improvvisa di Wim Duisenberg priva il mondo delle banche centrali di una figura eminente, e me di un maestro e di un amico. In quel mondo l’ ho frequentato da quando vi entrò nel 1980; ma solo cinque anni di quotidiana consuetudine alla BCE mi hanno rivelato la sua grazia speciale.

La persona comprendeva, certo, i tratti del cliché che pubblico e stampa avevano di lui: custode rigoroso della moneta; frisone duro e talvolta sgarbato (il frisone è un olandese al quadrato); autorità naturale che cominciava col torcere del collo verso l’ alto cui era obbligato chiunque volesse parlargli. Ma la specialità dell’ uomo e il segreto della sua arte stavano nel suo essere lieve, umorista, semplice, timido, spregiudicato, attento agli altri.

Primus inter pares è l’ arte che ho visto esercitare da Wim Duisenberg come forse da nessuna persona io abbia incontrato prima.

Poiché essere «primo tra pari» è quasi una contraddizione in termini, eccellervi significa saper distillare le essenze più raffinate dell’ autorità, tra le quali il mero comandare certo non spicca: sintesi, selezione, ascolto, senso della decisione, uso parsimonioso di se stessi, fermezza su poche cose essenziali. Questo l’ artista della cui vicinanza godetti ogni giorno, che vidi partire dalla BCE con rammarico nell’ autunno 2003, che ora rimpiango.

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Data
1 agosto 2005
Tipo
Articoli
Fonte
Corriere della Sera