Tipo: Articoli Fonte: Sole 24 Ore 12 novembre 2009

Padoa-Schioppa: con la crisi effetto disintegrazione sull’Europa

VISTI DA LONTANO – La crisi ha avuto finora un effetto di disintegrazione sull’Europa: lo dice in un’intervista al quotidiano francese Les Echos Tommaso Padoa-Schioppa, ex ministro delle Finanze e presidente di “Notre Europe”.

L’Europa, secondo Padoa-Schioppa, soffre di

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uno svantaggio: è costruita solo a metà. «La crisi ha rivelato questa debolezza. O ne uscirà disgregata o lo choc provocherà un’accelerazione dell’integrazione. Finora, l’effetto di disintegrazione è stato più forte».

L’ex ministro osserva che i settori più colpiti sono stati aiutati da politiche «nazionali e perfino nazionaliste». «Si è ri-frammentato un mercato che stava unificandosi». I sostegni a favore del settore dell’automobile «sono stati decisi sul piano nazionale», a scapito della politica europea di concorrenza. «E’ mancata una risposta unica». Il rapporto di Larosière sulla vigilanza bancaria in Europa, ripreso dalla Commissione, cerca di tirare l’Europa verso una maggiore integrazione. «Ma è troppo presto

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per dire quale delle due forze avrà la meglio».

Per evitare la disintegrazione, secondo Padoa-Schioppa, «bisogna che il Parlamento europeo svolga un ruolo molto forte» e che i Paesi che hanno la volontà di dare soluzioni più ambiziose siano disposti a fare da «avanguardia» al resto d’Europa. L’ex ministro definisce il Consiglio dei ministri dell’Unione europea un «cartello di nazionalismi», mentre la commissione Barroso è stata «particolarmente esitante» a fare proposte senza avere la certezza che sarebbero accettate dal Consiglio. «Penso che dovrebbe più spesso rischiare la sconfitta e proporre quello che è nell’interesse comune».

Come le altre regioni del mondo, l’Europa ha tratto solo lezioni superficiali dalla crisi, senza affrontare le cause profonde, afferma Padoa-Schioppa, che nel suo ultimo libro “La Veduta Corta” sostiene che l’Europa non ha saputo reagire alla tempesta. «Siamo usciti dal panico, ma si può temere che ricompaiano altre bolle a causa della sovrabbondanza di liquidità, aggravata da politiche monetarie espansionistiche».

Resta un interrogativo di fondo: l’Europa riprenderà lo stesso modello di crescita o si impegnerà su un’altra strada? Padoa-Schioppa è convinto della necessità di un ripensamento: «Il modello di crescita dei Paesi che vivono nell’opulenza deve essere corretto. Bisogna accettare il fatto che i Paesi ricchi non torneranno alla crescita di prima della crisi».

Alla domanda di Les Echos se sia favorevole a una tassazione delle transazioni finanziarie, Padoa-Schioppa dà una risposta possibilista: «Una parte della speculazione è diventata ipertrofica e nociva. Una tassa potrebbe correggere questo difetto, anche se ci sono altre idee, come la separazione tra banche commerciali e banche d’investimento o l’aumento dei fondi propri. Ma la tassa può essere presa in considerazione. Quello che bisogna evitare è di parlarne senza cambiare niente o di fare riforme contraddittorie in diverse parti del mondo».

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Data
12 novembre 2009
Tipo
Articoli
Fonte
Sole 24 Ore