Tipo: Articoli Fonte: Corriere della Sera 22 dicembre 2002

Il metodo migliore è quello di Fischer

Quale presidente per un’Europa unita?


La semplice aggiunta di un Grande Presidente non basta a fare dell’Europa un’unione politica, anzi può addirittura nuocere. L’idea del Grande Presidente va dunque abbandonata? No, ma credo che alcuni aspetti vadano chiariti.

Senza la decisione a maggioranza e senza mezzi propri d’azione, «unione» è una parola vuota. Per esistere nei campi della sicurezza e della politica estera, l’Europa deve possedere entrambe quelle leve. Ma il meccanismo richiede una persona che incarni il ruolo di potenza mondiale dell’Unione europea.

Giscard d’Estaing (che presiede la Convenzione europea) e Joscha Fischer (ministro degli Esteri tedesco) hanno avanzato due diverse proposte per la collocazione del presidente. Secondo Fischer, egli sarebbe il presidente della Commissione; secondo Giscard, il presidente del Consiglio europeo. Unione unicefala in un caso, bicefala nell’altro. In entrambi egli presiederebbe le riunioni dei capi di Stato o di governo, in cui si prenderebbero le decisioni sulla pace e sulla guerra.

La differenza è difficile da valutare e forse nasconde disaccordi sulla natura stessa dell’Unione. Ma ragioniamo come se ambedue le proposte volessero davvero un’Europa capace di influire sugli affari del mondo e cerchiamo di chiarire di quale presidente essa abbia bisogno.

Innanzitutto, quella del presidente è un’attività a tempo pieno. Non si esaurisce certo nel compito intermittente di presiedere riunioni del Consiglio europeo. Egli sovrintende all’istruttoria e cura la preparazione politica delle decisioni che il Consiglio dovrà prendere.

Poi, il presidente ha necessità di una propria struttura: egli non è solo una persona, è un ufficio. Gli servono specialisti, accesso agli ambasciatori dell’Unione sparsi per il mondo, servizi d’informazione. Quando vi sia azione militare egli dev’essere il capo delle forze armate, suo è il dito sul bottone nucleare, anche se gli ordini del Consiglio.

Va poi detto che alla funzione occorre continuità: non può mutare faccia, nome, indirizzo, stile di lavoro ogni sei mesi. A Bush o Jang Zemin, al G8 o all’Assemblea dell’Onu, l’Europa non può rappresentare un volto diverso ogni poco, per essere tale, ha bisogno di durare.

Il presidente, è ovvio, deve avere piena legittimità democratica. In teoria potrebbe ottenerla da un’elezione popolare diretta; ma come immaginare una campagna elettorale televisiva con traduzione simultanea in venti lingue? Più ragionevole è che la legittimazione venga da un voto di fiducia del Parlamento europeo, unico organo che sia nello stesso tempo eletto dal popolo e investito dell’interesse europeo. In ogni caso non basta, per la democrazia, l’investitura dei capi di Stato o di governo, figure elette per servire l’interesse nazionale, non quello europeo.

Il presidente deve, infine, operare con procedure nuove e in parte diverse dalle attuali. Le decisioni della pace e della guerra saranno prese non da lui né dalla Commissione, ma dal Consiglio europeo col concorso del Parlamento. Il presidente ne sarà preparatore, ispiratore, esecutore e incarnerà la politica dell’Unione, ma non sarà il detentore del potere di pace e di guerra. A ben vedere, anche negli ordinamenti politici già formati e collaudati il potere si articola diversamente per il governo ordinario e per tali questioni.

Se si concordasse su tutto ciò, la diversità di collocazione perderebbe importanza e sarebbe naturale scegliere la costruzione più lineare. Più lineare sembra la soluzione proposta da Fischer. La riconduzione a un disegno unitario di un’Unione bicefala appare infatti assai più ardua che mutare, per politica estera e di difesa, l’attuale profilo del presidente della Commissione.

Conclusione: non solo occorre fare l’Unione prima di fare il Grande Presidente; occorre anche, prima di deciderne la collocazione, chiarirne le funzioni, la legittimazione e i poteri.

Vedi l’articolo in pdf

Stampa Stampa
Data
22 dicembre 2002
Tipo
Articoli
Fonte
Corriere della Sera