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Il doppio volto della sicurezza

18 novembre 2001 @ 15:12 In 1 - La Globalizzazione, Mondo

Armi, leggi ma anche accordi e scambi


Liberata Kabul, il presidente Bush ha ricordato che la lotta al terrorismo è lunga e che il ritorno della sicurezza richiederà anni. Perché? Cercare di capirlo può essere, paradossalmente, più arduo per i fautori che per gli avversari dell’ intervento militare.

Le armi sono state necessarie per la caduta di un governo che proteggeva il terrorismo e violentava la propria gente: il popolo afghano ne ha gioito ancor più di noi, e ha pagato un prezzo di sangue molto inferiore a quello che avrebbe pagato per liberarsi da solo. L’ azione militare è stata possibile perché sostenuta dall’ opinione pubblica dei Paesi dove si esprime e pesa; e, in effetti, alla vigilia della sconfitta talebana già affioravano impazienze e stanchezze che avrebbero potuto fermarla in ogni momento.

Nonostante un’ attenzione senza precedenti a evitare vittime civili, la guerra ha rischiato, mentre sconfiggeva i terroristi di oggi, di moltiplicare quelli di domani. Nei Paesi poveri non elimina il risentimento e il sentimento di rivolta cui attinge la violenza; in quelli ricchi non elimina compassione e senso di colpa che generano complicità. Alla base, problemi e sofferenze che sorgono e tramontano con passo molto lento. Ecco perché la strada che porta alla sicurezza è assai più lunga di quella che ha portato a Kabul.

La strada è anche assai più faticosa, perché su di essa siamo noi a dover camminare, non mi litari o Paesi lontani. E camminare vuol dire modificare nostri modi di vivere, nostri pensieri, nostri sistemi politici. Possiamo chiederci: abbiamo incominciato? Dopo circa due mesi, qualche modesto segno si intravede. L’ Unione Europea ha preso alcune decisioni in materia di sicurezza e di giustizia interna, finora bloccate dalla colpevole miopia delle amministrazioni nazionali. I Paesi sviluppati sembrano uscire dalla complice pigrizia con cui affrontavano il traffico internazionale di denaro illecito. Qualche ammorbidimento delle tensioni in Medio Oriente è stato ottenuto. Gli Stati Uniti hanno modificato atteggiamento verso l’ Organizzazione delle Nazioni Unite, di cui nemmeno pagavano il canone.

Fra gli altri, spiccano due passi compiuti giorni fa a Doha, nella quarta conferenza dell’ Organizzazione Mondiale del Commercio: l’ ingresso della Cina e l’ accordo per avviare un nuovo negoziato globale. Passi dovuti a nuove aperture dei Paesi industrializzati.

Il cammino però è lungo. Oggi i Paesi ricchi vendono armi a quelli poveri, ma rifiutano di comprare i loro prodotti tessili. Preferiscono produrre propri costosissimi prodotti agricoli (per poi distruggerne parte) che importarne, a minor costo, dai Paesi poveri. Invocano la loro recente legislazione sociale per bloccare l’ importazione da Paesi dove purtroppo si comincia a lavorare da bambini. Sprecano energia e riscaldano l’ atmosfera, ma usano le norme ecologiche come strumento di discriminazione commerciale. Con i loro brevetti rendono proibitivo l’ acquisto di farmaci che salverebbero milioni di vite nelle regioni più povere.

E’ probabile che la soluzione di ognuno di questi ardui nodi colpisca l’ interesse di molti, non solo di qualche magnate farmaceutico o petrolifero. Ed è probabile che contro una soluzione si mobiliterebbero, a fianco dei magnati, le stesse folle ingenue e gli stessi politici che hanno manifestato a Genova. Solo il tempo dirà se le aperture di Doha su alcuni di questi temi saranno incisive e durature.

Sicurezza significa cose diverse in diverse parti del mondo. Per i popoli ricchi significa, dopo l’ 11 settembre, viaggiare, aprire lettere, bere acqua del rubinetto, senza temere insidie criminali; significa anche non sentirsi parte di una minoranza (forse un miliardo di persone) circondata da risentimento, invidia, disprezzo di gran parte della famiglia umana. Per i popoli poveri sicurezza significa riparo dalla violenza fisica e politica, dal tormento della lotta per sopravvivere. Globalizzazione significa che nessuna delle due sicurezze è ormai possibile senza l’ altra.

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